FEBBRE (26/04/2020) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Jonathan Bazzi

Genere: narrativa italiana

Valutazione:

 

Jonathan è un giovane trentenne, vive a Milano, ma è cresciuto a Rozzano quartiere dell’hinterland milanese luogo deputato ad accogliere gli immigrati del Sud anzi l’autore scriverà : “ Rozzano E’ Sud sequestrato, incattivito , in cattività; è la sua forza animale virata al negativo, affamata, ingabbiata in quei palazzi senza mondo intorno” . Jonathan è “il precipitato imprevisto di una storia durata niente” i suoi genitori giovanissimi infatti, non sono in grado di assumersi responsabilità genitoriali sicchè il bambino con un  il padre latitante e la madre impegnata a lavorare giorno e notte per mantenersi ed assicurare al figlio vitto, scuola, esistenza crescerà sballottolato da un nonno all’altro . Un’infanzia dolorosa  trascorsa all’insegna delle privazioni e prevaricazioni da parte dei compagni bulli lo segnerà per sempre; Jonathan balbetta ,ma è uno studente attento, curioso, capace e dotato, nella sua Rozzangeles il modello prevalente è machista ,ma Jonathan ama giocare con le bambole “ uomo - ragazzo da fuori ,altro personaggio visto da se medesimo” . Tutta la storia si sviluppa su due piani temporali: passato e presente . Il presente con cui ha avvio la narrazione vede il protagonista in preda ad una febbricola che non passa malgrado accertamenti medici, cure farmacologiche ,è una febbre che lo divora , che lo priva delle forze e della volontà  finchè dopo un lungo peregrinare da un medico all’altro  Jonathan  non scoprirà di aver contratto il virus dell’HIV . La diagnosi sarà liberazione e condanna al contempo;  condanna perché chi è malato non può non sentirsi per motivi oscuri colpevole ( ma di che poi?) liberazione perché Jonathan finirà con il fare coming out  dichiarando  espressamente la sua omosessualità. Da quel momento  quello che prima era un suo problema diverrà un problema semmai per gli altri.  La scrittura quindi come mezzo catartico per superare la debolezza e la sofferenza. Romanzo di formazione, di sofferenza e di emarginazione, di dolore ma anche di amore, apparentemente banale per trama  ma scritto con uno stile che avvince: essenziale ma intenso caratterizzato da frasi minime spesso nominali, da una sintassi che seppur ridotta all’osso riesce a infondere profondità e spessore ai pensieri. Un bel romanzo nel complesso con una copertina pop molto accattivante. Da tenere d’occhio allo Strega.