Ambientato negli Stati Uniti in un futuro che oggi non appare poi così improbabile , una dittatura che ha preso proditoriamente il potere per contrastare la denatalità derivante dall’assorbimento di radiazioni atomiche costringe le donne ancora fertili a rapporti coatti con uomini scelti. Le prescelte sono “ le ancelle” che non hanno, così come tutte le altre donne, alcun diritto neppure al nome proprio; sono di proprietà esclusiva del padrone: saranno così Di-fred, Di- Glen e via dicendo. Nulla è concesso alle donne , né leggere, né tantomeno scrivere, né ornarsi, né avere amicizie, né rapporti : sono cose, oggetti, da usare e gettare nel caso in cui non funzionino. Attraverso il racconto che l’ancella Di-Fred fa in prima persona assistiamo ad un’aberrante spersonalizzazione della figura femminile il cui unico compito è garantire la sopravvivenza della specie. Ma i desideri, i ricordi, ciò che è stato e che è stato fatto sparire violentemente ( figli, madri, mariti) non può essere dimenticato come soprattutto non può essere soffocato l’anelito alla libertà individuale. Grazie ad una scrittura fluida , affilata ed efficace, asettica e cruda l’autrice compone un romanzo di un’attualità sconvolgente sul ruolo della donna nella società, una società, quella descritta esclusivamente maschilista che stigmatizza apparentemente il piacere salvo cercarlo in secrete stanze, che domina ,ma che cerca conforto nell’accogliente e materno corpo femminile. E’ un libro molto forte e soprattutto ansiogeno; non si può da donna ,ma anche da uomo( mi auguro) non indignarsi di fronte all’ assoggettamento totale a cui la donna è costretta, rinchiusa in lunghe tuniche dal colore diverso a seconda del ruolo che ha nella fantomatica Repubblica di Galaad. Un libro che fa riflettere sul ruolo e le possibilità che oggi le donne hanno perché se nelle società occidentali molto è stato fatto e ancora tantissimo è da compiere, in tante altre anche a noi vicine siamo ancora in pieno Medioevo.