Più un soggetto per un film che un romanzo il libro di Ozpetek che in “ Come un respiro” riprende temi a lui cari :l’omosessualità, i segreti tra amici, il passato che si fonde al presente e l’immancabile nostalgia per l’amata città di Istanbul. L’azione infatti inizia a Roma per spostarsi poi nella città turca. Come ogni domenica Sergio e Giovanna aspettano per pranzo due coppie di amici, ma prima di loro arriva una donna anziana, sofferente che presentandosi racconta di aver vissuto in quella casa e che il suo desiderio , mancando da tanti anni dall’Italia , sarebbe rivedere il luogo in cui era stata felice e da cui era fuggita. La donna sollecitata anche dalle sopraggiunte coppie inizia a raccontare la sua vita dopo la fuga ad Istanbul finchè…….In realtà la vicenda raccontata grazie a dei flashback sotto forma di corrispondenza epistolare è un po’ paradossale ,ma serve all’autore per muoversi su un terreno già a lui noto. Indubbiamente belle le descrizioni della Porta d’Oriente ,ma ribadisco più che leggere un libro , sembra di vedere un film peraltro già visto.