Ambientato a Stellata piccolo borgo del brumoso Polesine, terra di fame ed inondazioni, il libro è la saga della famiglia Casadio che nell’arco di due secoli abita, lavora, soffre su quelle terre. Il libro è il romanzo di esordio dell’autrice e si percepisce una certa immaturità narrativa dal momento che la Giordano si preoccupa più di accavallare fatti che dipingere lo scenario storico in cui avvengono e da cui i fatti stessi sono determinati. La Storia , infatti, è la grande assente e questo, a mio avviso , è una pecca. Inoltre alcuni protagonisti non son ben delineati o scolpiti a tutto tondo dal punto di vista psicologico così come le vicende individuali non confluiscono in un tessuto narrativo armonioso ,ma vengono sviluppate individualmente, quasi storie a sé nelle storie. Niente a che vedere con “Gente del Sud” o “Ragazzo italiano”. C’è da dire che tanto spazio viene dato alle donne della famiglia che prevalgono nell’azione concreta sugli uomini e che la scrittura è piacevolmente scorrevole . Su tutto domina un tono malinconico e nostagico, tenero nei confronti del tempo andato. Nell’insieme il libro si fa leggere assolvendo bene il compito di distrarre e stemperare la tensione dell’oggi.