Pur essendo il romanzo di esordio dell’Autore il libro mette bene in evidenza quella che sarà le peculiarità di Gary: “un’insostenibile leggerezza dell’essere” che l’accompagnerà per tutta la vita spingendolo addirittura a suicidarsi. Che sia un romanzo di esordio e di formazione lo si nota dal fatto che il protagonista , Janek ,ha inizialmente una ingenua visione della vita, nette sono le contrapposizioni ideologiche: da una parte i buoni dall’altra i cattivi e folle la speranza che tutti indistintamente possano contribuire alla costruzione di una “nuova umanità”. Janek , che il padre ha cercato di salvare nascondendolo in una tana-rifugio attrezzata con un sacco di patate ed alcune coperte e raccomandandogli di non uscire per nessun motivo al mondo, ben presto si renderà conto che il padre non tornerà più perché ucciso dai nazisti e si aggregherà ad un gruppo di partigiani polacchi che da soli , sfidando il freddo e patendo la fame contrasteranno l’invasione tedesca. Si renderà conto che “ ci sono momenti nella storia in cui tutto quello che impedisce all’uomo di abbandonarsi alla disperazione e che gli permette di continuare a vivere è un nascondiglio…. talvolta il rifugio è una canzone, o un libro” ( considerazione di questi tempi di un’attualità sconvolgente) !!Alla fine , però dopo aver conosciuto la paura, l’amicizia,l’amore, i morsi delle privazioni , la malvagità e fragilità degli uomini dovrà prendere atto che quel in cui vive è un mondo crudele e incomprensibile , in cui quel che conta è portare sempre più lontano un assurdo fardello , un filo di paglia, a prezzo di lacrime e sangue senza mai fermarsi per respirare o per chiedersi : perché nessuna cosa importante muore??... solo gli uomini e le farfalle ….“ gli uomini e le farfalle…”!!?