Un altro episodio che ha come protagonista Gelsomina Settembre, prorompente nel fisico e nell’umanità, assistente sociale per vocazione che , operando in un quartiere difficile di Napoli spera e si illude di poter risolvere tutti i problemi che le si presentano a costo di scontrarsi e di sfidare una mentalità basata sulla prepotenza, la violenza, l’intimidazione e omertà. Sarà il ritrovamento del corpo di un ex professore nel soffitto di uno stabile a spingere Mina ( suo soprannome) ad improvvisarsi investigatrice pur di far luce su quella che sembra una morte accidentale. Emergerà così tutto un sottobosco che abita i quartieri spagnoli e che talvolta e per fortuna non ha del tutto perso il senso autentico dell’essere “ civis”. Libro che non aggiunge nulla di nuovo alla produzione ormai seriale di De Giovanni. Tutti i suoi romanzi, infatti, sono ispirati da un fermo realismo che pur sfiorando temi importanti ( in questo caso l’emarginazione degli anziani e il ruolo dell’educazione, della scuola e della cultura), si limita solo a fotografare l’esistente. In più, in questa serie dedicata a Mina, disturba alla lunga il comportamento aggressivo della donna ( timidissima in realtà) ed il conseguente ricorso ad un’ironia che scade nel macchiettismo.