Sorprendentemente “fresco” il romanzo di questo autore italiano che porta una ventata di ariosità nel panorama letterario italiano. La storia narrata è la vecchiaia di Cesare Annunziata un vecchietto quasi ottantenne apparentemente cinico, ruvido, che giunto al crepuscolo della sua vita afferma: “E ora lasciami vivere quel che mi resta da vivere in modo bizzarro. Ho trascorso un’intera vita nella normalità e solo a sentirne il tanfo mi viene in voltastomaco”;
In effetti il libro è un inno alla vita , è una lunga riflessione su come Cesare ha affrontato i rapporti con la moglie, i figli, il lavoro e gli amici; il tutto concentrato in 200 pagine che scorrono via rapide senza mai essere banali; comicità, dramma, compassione, amore, senso di giustizia si alternano sapientemente mescolati , ogni frase nella sua naturalezza è una riflessione filosofica che entra nell’anima.
Se ci fosse un alternativa al titolo questo potrebbe essere “Storia di ordinaria quotidianità sbocciata a poesia della vita” .