FINCHè IL CAFFè è CALDO (07/02/2021) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Toschikazu Kawaguchi

Genere: narrativa straniera

Valutazione:

 

A Tokyo in un seminterrato c’è un piccolo caffè con solo tre tavolini, ombroso, fresco anche durante i giorni più caldi, con alle pareti appesi tre orologi che segnano il tempo presente, passato e futuro; un caffè sospeso nel tempo, al di fuori della realtà e dove accadono, se si vogliono, cose davvero al di fuori della realtà. Si viaggia nel tempo, si torna al passato, a quell’attimo sprecato, a quell’occasione mancata,  a  quella parola non detta o atto non compiuto che  non c’è uomo che non rimpianga di non aver colto, detto o fatto: basta sedersi su una sedia “ quella” ma ci sono regole precise ed inderogabili : si può tornare indietro ,gli atti possono essere compiuti, le parole dette ma nulla può cambiare il presente!! perché in realtà la nostra storia siamo noi a costruirla, sono i nostri atti volontari a determinarla e se non si possono cambiare le cose, siamo noi a poter cambiare .Il tempo che il viaggiatore ha a disposizione è breve, scandito dal calore della bevanda nera e fumante ….“ricorda….finchè il caffè è caldo” !!!. Quattro storie che alla fine si intrecciano compongono questo breve romanzo assimilabile per lo più ad una pièce teatrale delicata e solo apparentemente “ leggera” . Il tema che lega le storie è l’Amore declinato nei vari aspetti, amore tra marito e moglie, tra sorelle, innamorati, madre e figlia, ma l’autentico protagonista è il Tempo che ci inganna mentre fugge veloce evaporando come il fumo di un caffè caldo lasciandoci dentro rimpianti che spesso divorano l’animo quando invece sarebbe bastato seguire l’impulso più profondo e per questo più autentico, di fare o dire .È quel tempo che crediamo infinito per cui rimandiamo di fare ,taciamo per orgoglio o pudicizia parole che poi non avremo più possibilità di pronunciare. E invece NO! “ Serve solo cuore”scrive l’Autore. A molti tale messaggio potrà sembrare scontato, retorico se non addirittura melenso ( confesso alla fine mi sono commossa cosa che non mi capitava da molto tempo) ma tant’è… ognuno rapporta il libro che legge a situazioni personali contingenti, stati d’animo oltre che ad elementi letterari obiettivi. Trovo però che questo romanzo in particolare, così positivo , compassionevole, sia il balsamo necessario in quest’era così buia e tossica.