Un diario! Un diario di viaggio e della fine di un amore. Sì , perché nel tentativo di salvare a qualunque costo un amore giunto al capolinea , la protagonista, scrittrice, accetta di scrivere il resoconto di un viaggio a Buenos Aires e , intascato l’anticipo dell’editore parte con il suo compagno nell’infondata speranza di poter rivivere quel che era stato. Ma , malgrado l’atmosfera argentina, il tango, il cibo, le madri di Plaza de Mayo, non si possono ricucire i lembi slabbrati di un amore fragile, non si può fingere un innamoramento quando questo non c’è. Il libro è vivace, anche brioso ( vedi gli appelli diretti al lettore), il linguaggio è solo apparentemente leggero, ma alla base c’è una distonia tra la parte in cui vengono descritti i quartieri della capitale argentina ( la più gradevole a mio avviso) e la parte più intimistica , con riflessioni sul senso dell’amore che sfuma e che si vorrebbe rinvendire. Che la Parrella essenzialmente viva dal punto di vista scrittorio di tale dimensione introspettiva si era già notato in “Almarina”, ma in questo breve romanzo non convince rimanendovi confinata, soprattutto le sue considerazioni puzzano di borghese radical.chic.