Una ragazza dall’angolo di una tenda scostata osserva con timore misto a curiosità ed invidia ciò che accade fuori. Questo il senso profondo del libro della Ciabatti riprodotto mirabilmente nella copertina. Storia di tre donne, e di una donna in particolare , l’autrice, prima ragazza grassa , emarginata, sempre a disagio con gli altri e per l’aspetto fisico e per la condizione sociale che la fa sentire sempre inappropriata oltre che esclusa da certi ambienti, poi scrittrice affermata di successo che però non ha ancora risolto le problematiche che ne hanno accompagnato prima l’adolescenza e poi la maturità e che hanno finito con l’inquinare i rapporti con gli uomini ,ma soprattutto con le donne in primis con la sua amica Federica amica ritrovata a distanza di trent’anni. Reincontrarsi significa per l’autrice confrontarsi con una storia del suo passato rimasta volutamente per anni nascosta sotto il tappeto, significa quasi una possibilità di riscatto anche dal suo fallimento di madre, significa espiazione da un peccato giovanile. Infatti il prendersi cura di Livia, sorella di Federica, un tempo giovane ragazza bellissima , adorata da tutti, una dea, ma di cui nessuno coglieva gli aspetti più oscuri della sua interiorità , costituisce per la Ciabatti l’occasione attesa per autoassolversi. Il romanzo, attraverso una scrittura lucida, impietosa utilizza la storia dei rapporti con gli altri per condurre una analisi graffiante e vivisezionante del sé dell’autrice rimanendo , proprio per questo confinato nell’ambito dell’autoreferenzialità limite ormai proprio di tanta letteratura italiana ,ma che , a mio avviso , rispecchia il modus di sentire di questo periodo: prima e solo e sempre IO .