Uno dei pochissimi romanzi del grande autore francese che non mi ha convinta fino in fondo. Protagonista Joseph Timar un giovane francese con scarsa personalità, inquieto, o forse sarebbe meglio dire scollato dal contesto sociale in cui vive, che sogna grandi avventure, ma privo di spirito di iniziativa. Sarà lo zio, uomo affermato, che lo spedirà in Gabon ( colonia francese) come direttore di una società di legname allo scopo di crearsi una posizione economica. Sarà nella capitale Libreville che conoscerà Adèle donna matura e sensuale dal torbido fascino e sarà proprio il rapporto instaurato con lei e la sua incapacità ad accettare i limiti del sistema coloniale basato sullo sfruttamento e sulla corruzione che determineranno il fallimento anche di quest’avventura. Un romanzo che ha qualcosa di incompiuto , in cui i personaggi sono costantemente avvolti da un aura di inquietudine e di mistero il cui pregio consiste solo nell’aver ricreato l’atmosfera affascinante del continente nero; per il resto davvero deludente.