Protagonista assoluto del romanzo un enorme palazzo di quaranta piani, alla periferia di Londra, supertecnologico che offre ai più di mille residenti ogni confort . Chi lo ha progettato ha pensato a tutto : dalla banca, all’asilo nido, al market, alle palestre; non c’è motivo per tuffarsi nella caotica metropoli, tutto è perfetto . Il condominio è una monade autosufficiente . Ben presto, però, il mostro prende il sopravvento trasformando quei raffinati uomini rappresentanti della buona borghesia londinese nei più primitivi dei trogloditi. Tutti gli istinti bestiali propri della razza umana riaffiorano come riemerge la lotta sociale per la detenzione del potere. In effetti la distribuzione degli inquilini nei piani rappresenta simbolicamente la distinzione che c’è nella società, coloro che vivono ai piani bassi vogliono tentare la scalata per imporsi e coloro che sono ai piani alti difendono strenuamente le proprie posizioni a costo anche della vita. L’idea dell’autore è molto originale, ma lo sviluppo fatte salve le prime pagine è piuttosto ripetitivo, anche i fatti narrati mancano di quella necessaria crudezza per la rappresentazione dell’idea. Prevale ed è interessante ,comunque, una visione pessimistica dell’umanità che dalla superficialità , dal disinteresse per gli altri, dall’individualismo più sfrenato, dall’emulazione parossistica per potere essere accettati da un gruppo che “conta” finisce con l’ approdare all’assoluta barbarie.