Il più bel libro di Manzini a mio avviso, che vede ancora una volta Rocco Schiavone come protagonista, questa volta impegnato nella risoluzione di un assassinio commesso anni prima ai danni di un bimbo le cui ossa vengono casualmente ritrovate in un bosco. Mi è piaciuto tanto per la stringente logicità con cui il vicequestore conduce le indagini, per la delicatezza con cui tratta un caso di pedofilia, per essere rozzo e scorbutico ,ma fragile ed umano al contempo senza mai esagerare. Insomma davvero una piacevole lettura.