MI SA CHE FUORI E' PRIMAVERA (03/09/2017) - a cura della prof.ssa Anna Cosenza Toscano


Autore: Concita De Gregorio

Genere: narrativa italiana

Valutazione:

La Storia : Irina, avvocato affermato , in una fredda domenica di Gennaio precipita nell’incubo più spaventoso per una madre. Il marito, per vendetta,  le sottrae le figlie gemelle e le fa sparire per poi andare a suicidarsi in Puglia. La vicenda , allora, fece molto scalpore ed occupò per molto tempo le cronache dei giornali, ma malgrado tutte le ricerche messe in atto, di Alessia e Livia nessuna traccia. Sono state uccise dal padre e poi fatte sparire? Sono ancora in vita , affidate non si sa a chi? Sono interrogativi strazianti che impediscono di vivere e che hanno spinto Irina Lucido a concedere una lunga intervista all’autrice, giornalista affermata, ma donna dalla straordinariae raffinata  sensibilità. Quel che colpisce di più , infatti, in questo libro  è la discrezione, l’arretramento della professionista che diventa voce della protagonista della storia, limitandosi a “cucire” lettere inviate da Irina alla disperata ricerca di un perché e di fatti. E’ una storia di dolore, anzi Irina è il Dolore , è la voglia disperata di sapere , indagare perché “ anche se ci fosse una sola possibilità” contro ogni ragionevole certezza, questa va esplorata e così Irina scrive lettere alla maestra delle bimbe, al magistrato a chiunque possa aiutarla a comprendere e finalmente a sapere sia pur con tragica certezza. “L’assenza è presenza” scrive Irina  che utilizza la scrittura anche come forma terapeutica per analizzare il suo animo, per far rivivere emozioni, odori, parole, tutti quei sei brevi ma eterni anni delle sue gemelline. Non ci può essere condanna peggiore per una madre che il non sapere, ma il Dolore, all’improvviso, genera anche vita. Irina è riuscita, in questa sua ricerca, a dare un altro senso alla sua vita, è riuscita a vivere , impegnandosi nel sociale con la sua Fondazione di bambini spariti grazie anche  ad un nuovo amore sbocciato su un terreno  piagato.