In uno sperduto paesino di montagna sparisce una ragazza sedicenne senza lasciare alcuna traccia. Da lì si mette in moto il circo mediatico che vuole a tutti i costi trovare “un mostro” . Un tema, purtroppo , quanto mai quotidiano quello trattato da Carrisi, tra i migliori giallisti italiani : il rapporto tra media e pubblico, e come il pubblico possa essere manovrato dai media in un’epoca in cui i processi si svolgono in tv e non nelle aule di giustizia ; d’altronde , dice un personaggio “l’informazione è oro!!! e di fronte a questo sparisce qualsiasi etica, la Giustizia , la vera Giustizia non interessa a nessuno poiché non fa audience. Quotidiano il tema e quotidiano il linguaggio utilizzato; si ha l’impressione che nel libro precipitino le interviste rilasciate a trasmissioni televisive come Quarto grado e ,indubbiamente, nel romanzo echeggiano riferimenti a quanto avvenuto a Brembate, Avetrana, Cogne. A mio avviso, il romanzo non è all’altezza dei precedenti, un po’ lento all’inizio, decolla solo dopo circa 100 pagine quando la tensione sale e devi assolutamente arrivare al finale ricco di colpi di scena. Nell’insieme è una lettura scorrevole e piacevole , ottima compagnia in serate autunnali.