Libro alla ribalta pe le polemiche suscitate dal mancato conferimento di un prestigioso premio letterario all’autrice perché palestinese , tratta della questione dei rapporti tra palestinesi e israeliani. Il romanzo, ispirato ad una storia vera è diviso in due parti . Nella prima viene raccontato l’episodio che innesca il racconto: una squadra israeliana inviata a pattugliare una zona desertica del Negev, assale un gruppo di beduini, li uccide, prende prigioniera una ragazza e dopo averla stuprata , la uccide. In questa prima parte il punto di vista è oggettivo, vengono elencati esclusivamente i fatti, descritti tutti i movimenti e i paesaggi nei “ dettagli minimi”. Nella seconda parte una giovane palestinese che ha in comune con il fatto accaduto un “ dettaglio minimo” e cioè che è nata esattamente venticinque anni dopo dal giorno dell’assassinio, cerca di approfondire la verità su quanto accaduto. In questo caso il punto di vista è quello della giovane; riusciamo così a comprendere quanto difficile sia vivere a Gaza per un palestinese e quanta negazione di diritti e libertà questo comporti. Il racconto, a mio parere, spogliandosi da qualsiasi ideologia o moralismo, non aggiunge nulla di nuovo a quanto non si sapesse già. Semmai un’ ulteriore conferma di quanto lavoro sia necessario fare per tentare di risolvere un’annosa questione creata dagli uomini e che gli uomini devono risolvere.