Davvero sorprendente quest’ultimo libro di Manzini che, dopo la deludente prova di “ Riusciranno i nostri eroi..” ,avevo deciso di mollare .E invece ecco che con questo romanzo che non vede come protagonista l’ormai arcinoto Rocco Schiavone, ma un modesto, anonimo Carlo Cappai , archivista silenzioso, solo, metodico, la cui grigia esistenza non lascia per nulla presagire quanto sia ben diversa la realtà, Manzini si riafferma autore capace di riprendersi con grinta un posto nella narrativa italiana. Il libro porta in primo piano e sviluppa il tema di quale Giustizia bisogna perseguire : la legge fatta ed applicata dagli uomini è davvero giusta? Ed ancora: Il colpevole anche solo morale di un delitto può essere assolto dalla legge degli uomini? In poche parole : l’eterno conflitto tra bene e male che confliggono nell’animo umano creando zone d’ombra da cui è difficile uscire. E’ una bel grattacapo che Manzini affronta con conoscenza del mestiere; con accuratezza racconta la storia, scava nella psicologia dei suoi personaggi, descrive con il suo stile intenso e serrato. Una lettura , a mio avviso, meritevole.