Alain Poitaud è un uomo arrivato. Dirige una prestigiosa rivista, è ricco, conosce tutti coloro che contano in una Parigi nebbiosa ed umida ed affannata, ha una moglie che è sempre al suo fianco e che chiama affettuosamente “ Micetta” ha, insomma, tutto quello che un uomo potrebbe desiderare, se non fosse che…alcuni segnali denunziano una anaffettività inquietante ed una solitudine devastante. L’unico figlioletto vive in una villa fuori città con una bambinaia e il giardiniere e lui ….beve, beve molto, principalmente superalcolici dalla mattina alla sera. Una sera , rientrando a casa, trova ad attenderlo un ispettore di polizia che lo informa che sua moglie è stata arrestata poiché ha ucciso la sorella. In quel momento tutto il mondo di Alain crolla, va in pezzi; è questione di un attimo e la prigione , non quella vera con sbarre e lucchetti in cui è rinchiusa Micetta , ma quella dell’animo lo avvinghia nelle sue spire opprimendolo. La prigione è un breve ,splendido esempio di romanzo in cui il protagonista è sottoposto dall’autore ad uno scandaglio psicologico affilatissimo e preciso, in una sola parola: fenomenale! Come sempre Simenon non delude mai.