Due vite , due storie che sembrano scorrere su binari paralleli, ma che alla fine si intersecheranno regalando al lettore un soffio di speranza. Il romanzo, attraverso le vicende di Stefano e Nina, sviluppa il tema drammatico della memoria perduta, dell'assenza. Stefano, a causa di un incidente, perde la famiglia e non solo.. perde la memoria; rimuove per il trauma tutta la sua precedente vita di diciannovenne . Sarà solo grazie al nonno che riuscirà a ricostruire una sua vita , fermo restando quel buco nero che lo tortura. Anche Nina ha subito un trauma e la sua anima è rimasta bloccata a quella lontana sera d'estate in cui si era illusa di aver conosciuto la magia dell'amore. La loro è una storia che sembra non poter trovare uno sbocco ,ma intento dell'autore è esaltare la potenza evocatrice della memoria rigenerata partendo da piccoli particolari fino ad allora trascurati che, però, consentiranno inanellati uno dopo l'altro la ricostruzione di un passato che donerà identità ad entrambi. Ancora una volta Carofiglio stupisce per la forza immaginifica del suo linguaggio, per la forza delle sue descrizioni capaci di ricreare e gli ambienti parigini e gli odori, i colori, i sapori , le folate di vento pugliesi. Il romanzo, non è all'altezza de" L'estate dell'incanto" ma sicuramente rievoca a tratti quelle atmosfere incantate regalando al lettore momenti di piacevolezza.