Romanzo ambientato in una Sicilia fuori dal tempo, narra la vicenda di Luisa Russo che, educata dal nonno all'amore per la terra riesce, con la collaborazione di alcune amiche a dare nuovo lustro a Terramia , l'antica masseria di famiglia, ad avviare un rinomato ristorante e soprattutto ad opporsi a quel potere maschilista, mafioso che vuole le donne a casa ad allevare figli e fare la calza. Il libro si colloca nel solco di una radicata tradizione verista che fa della " roba" l'elemento distintivo nella società, ma la proprietà e il denaro vengono qui vissuti come strumenti di emancipazione non come fine esclusivo. Questo processo ha però un alto prezzo da pagare. Intanto i rapporti con il marito Carmine ne risentiranno duramente; Carmine non è disposto a passare solo come il marito di.. e l'atteggiamento sicuro , di sfida di Luisa e compagne attirerà l'attenzione di speculatori senza scrupoli disposti anche ad uccidere per conseguire il loro scopo. Una caduta di Luisa, il conseguente ricovero e lo stato di coma saranno il viatico per risorgere più forte di prima. Il romanzo si fa leggere ed anche rapidamente ma , a mio avviso è troppo intriso di sicilianità nel continuo richiamo alle origini considerate Eden salvifico, nelle scelte lessicali talvolta forzate , nell'insistere su alcuni stereotipi di cui mi vorrei tanto liberare...Ma forse è un problema mio!!