Qualsiasi dittatura bianca , nera o rossa che sia, è caratterizzata da privazione di libertà, violenze, atrocità, orrori; solo che alcuni sono noti e ricordati altri no o meglio sono sconosciuti alla maggior parte della gente. E’ il caso degli eccidi perpetrati dal Generale Chun Doo-hwan il 18 Maggio del 1980 nella Corea del Sud a Gwangju quando migliaia di pacifici dimostranti contro il suo regime furono massacrati, arrestati, torturati e gettati in fosse comuni. “Atti umani” è il frutto della volontà dell’Autrice ( all’epoca una bambina) di tenere accesa una fiammella sui fatti accaduti affinché non solo non se ne perda la memoria ma anche sia alimentata sempre la Resistenza in difesa di valori irrinunciabili quali la libertà ed il rispetto di sé e in questo senso il libro si riunisce armonicamente a “ Non dico Addio” che si conclude con l’accensione di una candelina la cui tremula fiamma rappresenta la sopravvivenza del ricordo e quindi la proiezione nel futuro. E’ una testimonianza che scortica l’anima , che rispetta la cifra stilistica dell’autrice perché la prosa pur mantenendo la liricità che caratterizza tutta la sua produzione letteraria qui assume una sfumatura ancora più tragica.. Sono i protagonisti che raccontano i fatti, i sentimenti, la disperazione e l’orrore e la morte: madri, fratelli, insegnanti e soprattutto studenti. Solo l’epilogo è a cura della scrittrice. Un libro forte che raccoglie il “ senso” della letteratura di Hang Kan.