Romanzo- tragedia, ambientato in un college del Vermont, narra la storia di cinque giovani americani appartenenti alla buona borghesia, ricchi ed annoiati a cui si aggiunge un ragazzo squattrinato della piccola borghesia , che all’interno della scuola formano una cerchia ristretta , impegnata nello studio del greco antico e della cultura classica. In tale impegno subiscono il fascino deleterio ed ambiguo del loro maestro che alimenta, ponendosi egli stesso quasi come una mitica divinità inaccessibile, in loro la convinzione di far par parte di una élite. Ma questo farà sì che sempre di più i ragazzi , perdano di vista il senso della realtà maturando la convinzione che in nome della libertà e della ricerca della purezza, dell’assoluto, tutto sia lecito e giustificabile. Storia tragica di amicizia, di devastanti sensi di colpa, di droga, alcool e solitudine, di rapporti malsani che finiranno con il distruggere i protagonisti. L’autrice, con lo stile che la caratterizza ,scava nelle pieghe più profonde dell’anima attraverso la ricreazione anche di ambienti e momenti sapientemente descritti. La struttura narrativa è ben coesa , anche di più che nell’altro suo capolavoro, potente l’aggettivazione e, malgrado si abbia l’impressione che talvolta qualche descrizione poteva essere abbreviata o annullata , alla fine ci si rende conto che neanche una parola andrebbe sottratta a questo libro che avvince e coinvolge il lettore. Molto interessante l’attenzione posta all’arte antica e presentata come un universo di luce che si contrappone ad un mondo di ombre nere e meschine….. salvo poi dovere concludere che anche in quell’universo rutilante di luce si addensano ombre profonde che sconvolgono l’anima.